Il presepe che non arrivava

La sera scese lenta, portando con sé il profumo dell’inverno e delle luci accese troppo presto. Luca era seduto sul tappeto del salotto, davanti a una scatola vuota. Aveva disposto con cura un po’ di muschio finto, qualche sassolino raccolto al parco e una grotta fatta con il cartone. Ma mancava l’essenziale.

Le statuine.

Ogni anno, a scuola, la maestra raccontava il presepe come una storia viva, fatta di pastori, angeli, silenzi e attese. Luca lo voleva davvero, quel presepe. Ma i suoi genitori, presi dal lavoro e dalle mille spese, non ne avevano mai comprato uno.

«Possiamo farlo anche senza,» disse la mamma cercando di sorridere, «l’importante è stare insieme.»

Luca annuì, ma dentro sentiva un piccolo vuoto. Guardò la grotta vuota e immaginò Gesù bambino che non arrivava mai.

Proprio in quel momento suonò il campanello.

I genitori si scambiarono uno sguardo sorpreso. Non aspettavano nessuno. Alla porta c’era un fattorino con un cappello calato sugli occhi e un pacco avvolto in carta marrone, legato con uno spago consumato.

«Consegna per Luca,» disse. «Firmato… nonno Giovanni.»

La mamma impallidì. Il nonno Giovanni era morto da anni.

Dentro il pacco c’era una scatola di legno scuro, profumata di resina e tempo. Luca la aprì lentamente. All’interno, avvolte in un panno ingiallito, c’erano delle statuine antiche: Maria con il volto dolce, Giuseppe un po’ stanco, pastori con le mani rovinate, pecore consumate dal tempo. E infine, in una piccola culla di paglia, il Bambino.

«È il presepe del nonno…» sussurrò il papà. «Lo faceva ogni anno, con le sue mani.»

Luca sentì un calore salire dal petto. Sistemò le statuine una a una, come se le conoscesse da sempre. Quando posò il Bambino nella grotta, la luce della lampada tremolò per un istante, come una candela mossa dal respiro.

Per un attimo gli parve di sentire una voce bassa e gentile, un riso lontano che sapeva di fumo e inverno.

Quella notte, il presepe restò acceso fino a tardi. Nessuno parlò molto, ma tutti sentirono che qualcosa era tornato a casa.

E da allora, ogni Natale, Luca racconta che i presepi non si comprano davvero: arrivano quando è il momento giusto, portati da chi continua a vegliare anche dopo il silenzio.

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