Nessuno sapeva dove si trovasse quel villaggio. Non era su alcuna mappa, né nella memoria di alcun viandante. Appariva solo a chi aveva bisogno di una storia, e spariva quando nessuno la cercava più.
Lì, tra case di pietra levigate dal vento e vicoli che sembravano disegnati dalla mano del tempo, ogni Vigilia di Natale accadeva qualcosa che non avveniva in nessun altro luogo del mondo.
A mezzanotte, davanti al grande falò acceso al centro della piazza, giungevano quattro spiriti, ognuno proveniente da un punto cardinale:
lo Spirito del Nord, avvolto in un mantello di brina; lo Spirito del Sud, con occhi che ardevano come brace; lo Spirito dell’Est, che portava il profumo dell’alba; e lo Spirito dell’Ovest, che camminava come chi si lascia dietro il crepuscolo.
Ogni anno apparivano, danzavano attorno al fuoco e benedicevano il villaggio con un altro anno di pace.
E ogni anno gli abitanti si riunivano attorno al falò per accoglierli.
Ma quell’anno accadde l’impensabile.
Il falò bruciava alto, spargendo scintille dorate nel cielo nero come inchiostro. Le famiglie, strette nei loro mantelli, attendevano in silenzio.
E per la prima volta da quando chiunque potesse ricordare… gli spiriti non arrivarono.
Un mormorio inquieto si diffuse nella piazza.
Il maestro del villaggio, un anziano dalla barba color cenere, scosse la testa.
«È un cattivo segno,» disse. «Qualcosa ha interrotto il cammino degli spiriti.»
Le ore passarono lente come neve che cade senza vento.
Il falò cominciò a spegnersi, e con esso, le speranze del villaggio.
Fu allora che, allo scoccare esatto della mezzanotte, accadde qualcosa di impossibile.
Un tuono muto rimbombò nel cielo, come un battito d’ali gigantesco. La temperatura precipitò.
E poi… cominciò a nevicare.
Non una neve normale: i fiocchi erano enormi, luminosi, come se contenessero la luce di stelle lontane. Cadevano senza rumore, ma ogni volta che toccavano terra, la piazza scintillava come un mosaico di diamanti.
Gli abitanti restarono immobili mentre la neve cresceva, avvolgendo il villaggio in un silenzio irreale, quasi sacro.
E da quel silenzio — dal bianco più puro che avessero mai visto — emersero gli spiriti.
Non camminarono: si formarono, come scolpiti dalla neve stessa.
Lo Spirito del Nord apparve per primo, con un volto intriso di tristezza.
Poi quello del Sud, con le fiamme negli occhi attenuate.
Infine Est e Ovest, le cui sagome parevano dissolversi e ricomporsi come nebbia al sole.
Il maestro fece un passo avanti. «Perché non siete venuti al nostro richiamo?»
Lo Spirito del Nord parlò con voce che era un soffio di vento tra gli abeti:
«Ogni anno seguiamo le vie del mondo per raggiungervi, ma quest’anno le strade erano oscurate.»
«Oscurate da cosa?» chiese un bambino, avanzando timidamente.
Lo Spirito dell’Ovest si chinò verso di lui.
«Dal cuore degli uomini che, ovunque, hanno smesso per un momento di credere nel dono della notte più luminosa.»
La piazza ammutolì.
Il maestro comprese prima degli altri: «Il mondo si è dimenticato della speranza.»
Lo Spirito del Sud, scuotendo il suo mantello di fuoco, aggiunse:
«Abbiamo potuto ritrovare la strada solo quando le vostre attese, pure e silenziose, hanno acceso una luce che nessuna ombra poteva oscurare.»
E fu allora che gli spiriti sollevarono le braccia verso il cielo.
La neve cessò di cadere, il falò si riaccese da solo, più grande e luminoso di quanto non fosse mai stato.
«Finché qualcuno, anche in un luogo che nessuno sa dove sia, aspetterà con il cuore aperto,» disse lo Spirito dell’Est, «troveremo sempre la via.»
Gli spiriti danzarono attorno al fuoco come ogni anno, ma quella notte la loro danza ebbe un suono nuovo, un canto che nessuno aveva mai udito e che nessuno avrebbe mai scordato.
Quando svanirono, il villaggio si ritrovò immerso in una quiete così perfetta da sembrare un dono.
E qualcuno giurò che, mentre i primi raggi dell’alba spuntavano all’orizzonte, quattro piccole scie luminose attraversarono il cielo, dirigendosi verso i quattro punti cardinali, là dove comincia e finisce ogni viaggio.
Quella notte, per tutti gli abitanti del villaggio, fu per sempre ricordata come la Notte del Silenzio Bianco, l’unica in cui il mondo rischiò di perdere gli spiriti… e la speranza fu quella che li riportò indietro.