La Notte in cui il Presepe si sveglió

Nella piccola casa ai margini del paese, la notte era silenziosa e addolcita dal profumo di biscotti alla cannella. Marco e Lucia, due fratellini curiosi e inseparabili, insistevano ogni anno per dormire davanti al presepe. Dicevano che così il Bambin Gesù non si sarebbe sentito solo.

Quella vigilia di Natale, dopo avere sistemato l’ultima statuina — il pastore con la lanterna — i due bambini si avvolsero nelle coperte e si addormentarono ai piedi del presepe illuminato da una piccola luce dorata.

Non sapevano che quella sarebbe stata una notte diversa da tutte le altre.

A mezzanotte precisa, un fruscio leggero svegliò Marco. Aprì gli occhi e vide qualcosa che gli fece trattenere il respiro: la statuina della lavandaia stava muovendo le braccia, e il bue sbatteva lentamente le palpebre.

«Lucia… Lucia, svegliati!» sussurrò agitato.

La sorellina si sfregò gli occhi, pronta a protestare, finché non vide ciò che vedeva lui: tutto il presepe si era animato.

I pastori camminavano lentamente verso la capanna, gli angeli si dondolavano sospesi in aria, e un bagliore caldo proveniva dalla mangiatoia.

Ma ciò che accadde subito dopo fu ancora più incredibile.

La luce si fece più intensa, come un invito. Una piccola figura uscì dalla capanna: era la statuina del pastorello più giovane, ora grande quanto un bambino vero.

«Venite… il Bambinello vi vuole conoscere» disse con voce gentile.

Un vento tiepido, profumato di fieno e di stelle, avvolse Marco e Lucia e, come per magia, si ritrovarono minuscoli, della stessa grandezza delle statuine.

Davanti a loro si apriva la strada del presepe: un sentiero di sabbia lucente, costellato da casette illuminate e piccoli pozzi che riflettevano il cielo.

Mano nella mano, i due fratellini avanzarono. Ogni figura del presepe li salutava:

– La donna con la brocca offrì loro acqua fresca.
– I Re Magi fecero tintinnare le loro anfore d’oro.
– Gli animali si avvicinarono per farsi accarezzare.

Quando arrivarono alla capanna, trovarono Maria e Giuseppe che li guardavano con dolcezza.

«Grazie per essere venuti» disse Maria. «Il vostro cuore puro illumina questa notte più di qualsiasi stella.»

Nella mangiatoia, il Bambin Gesù li osservava. Non parlava, ma il suo sorriso era un messaggio chiaro: pace, calore, amore.

Marco e Lucia sentirono una tranquillità così grande che gli occhi iniziarono a chiudersi da soli.

Un’altra ondata di luce li avvolse.

Quando riaprirono gli occhi, erano di nuovo davanti al presepe, nel loro salotto, avvolti nelle loro coperte. Le statuine erano immobili come sempre.

«È stato un sogno?» mormorò Lucia.

Marco guardò la mangiatoia. Sotto il Bambin Gesù, c’era un minuscolo filo d’erba fresca, profumatissimo, come appena raccolto nei campi di Betlemme.

Fece un sorriso complice alla sorella.

«No… non era un sogno.»

E da quella notte, ogni vigilia di Natale, i due fratellini dormivano sempre davanti al presepe. Perché sapevano che, quando il mondo dorme e la notte è fatta di magia, il confine tra realtà e meraviglia può scomparire.

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