La casa degli spiriti dove è sempre Natale

Mentre sta raggiungendo una casa in montagna dove trascorrere le vacanze di Natale, un uomo di nome Walter sbaglia strada. La neve cade fitta, come se volesse cancellare i sentieri, e il navigatore smette di seguire la logica. Dopo una curva che non ricordava, Walter vede una piccola abitazione illuminata da luci calde che pulsano nella notte. Spinto dal freddo e dalla curiosità, decide di avvicinarsi.

La porta si apre da sola, con un lieve cigolio.
Dentro, una voce sembra sussurrare nell’aria:
“Entra… qui è sempre Natale.”

Walter varca la soglia. Un profumo di agrumi e cannella lo avvolge come un abbraccio lontano. La casa è addobbata come nei ricordi d’infanzia: ghirlande intrecciate a mano, candele tremolanti, un grande albero decorato con piccole sfere di vetro che riflettono il fuoco del camino.

Ma non c’è nessuno.
O almeno così sembra.

All’improvviso, una figura si materializza vicino all’albero: è un giovane con gli occhi pieni di sogni e le mani che stringono un quaderno sgualcito. Walter lo riconosce immediatamente: è lui, ventenne, quando credeva che tutto fosse possibile e che la vita sarebbe stata un’avventura senza deviazioni.

«Benvenuto, Walter» dice la figura, con un sorriso malinconico. «Io sono il tuo passato.»

Un vento leggero attraversa la stanza, facendo frusciare le decorazioni. Dal lato opposto compare un uomo più anziano di lui, con i capelli spruzzati d’argento e uno sguardo stanco ma gentile.

«E io sono il tuo futuro.»

Walter fa un passo indietro, confuso. «Perché sono qui? Dove sono finito?»

I due spiriti si scambiano uno sguardo, come se condividessero una verità antica.
Poi parlano insieme, con una voce che rimbomba come un coro:

«In questa casa non esistono passato e futuro. Esiste solo un presente fatto di Natale.»

La frase si posa su Walter come neve fresca.
Il passato gli si avvicina e gli porge il quaderno: «Ricordi quando volevi scrivere storie? Quando credevi nella meraviglia?»

Il futuro gli prende la mano: «E ricordi quanto hai dimenticato di credere in te stesso? Quanto hai rinviato, rimandato, lasciato in sospeso?»

Walter sente il cuore stringersi. La sua vita è diventata una corsa: lavoro, scadenze, impegni, promesse fatte a metà. Tutto sempre “dopo”, mai “adesso”.

Il passato e il futuro si pongono uno accanto all’altro.
Non lottano, non si contraddicono.
Semplicemente, esistono insieme.

«Questa casa è un varco,» spiegano, «un luogo dove puoi ricordare ciò che eri e immaginare ciò che potresti diventare. Ma per farlo, devi restare qui, nel presente, il solo tempo in cui puoi cambiare davvero.»

Walter si guarda attorno: il fuoco, l’albero, l’odore di arance e spezie, il silenzio morbido della neve che cade fuori. È un momento sospeso, un Natale eterno.

Chiude gli occhi e respira.
Sente la sua vita, tutta intera.
E per la prima volta dopo anni… ascolta.

Quando riapre gli occhi, la casa è vuota. Gli spiriti sono scomparsi.
La porta è spalancata e fuori c’è di nuovo la strada giusta, quella che porta alla sua vera destinazione.

Walter esce e si volta per un ultimo sguardo.
La casa non c’è più.

Sorride.
Non perché abbia trovato un miracolo, ma perché ha ritrovato se stesso.
Salta in auto e riparte, con un quaderno mentale pieno di promesse nuove.

E mentre la neve continua a cadere, capisce finalmente il segreto di quel luogo magico:

Il Natale non è un giorno né un ricordo.
È un modo di stare al mondo, nel presente, quando si sceglie di essere vivi.

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